Dinosauri dall’ ortopedico. Nuovi segni di tumori ossei e fratture in fossili

In questo articolo parleremo di due studi su dinosauri diversi ma entrambi con segni di interesse ‘ortopedico’.

Tumori ossei in una vertebra di Titanosauridae

LiveScience ci anticipa delle informazioni circa un lavoro scientifico, ‘Multiple neoplasms in a single sauropod dinosaur from the Upper Cretaceous of Brazil’ che sarà pubblicato a luglio 2016 su Cretaceous Research.
In una vertebra di un Titanosauridae risalente a 90 milioni di anni fa e portata alla luce nel 2012 in Brasile, sono stati individuati due diversi tumori ossei, il primo caso conosciuto di tumore in un dinosauro che non sia un adrosauride.

La vertebra della coda presentante i due tumori.
La vertebra della coda presentante i due tumori.Credit:  Fernando Barbosa


Notata una protuberanza di circa 8 mm, i ricercatori hanno deciso di approfondirne la natura trovando ben due tumori benigni sulla stessa vertebra della coda: un osteoma , studiato anche attraverso TC (tomografia computerizzata),  ed un emangioma,  un tumore benigno delle cellule endoteliali dei vasi scoperto proprio grazie alla TC effettuata per studiare meglio l’ osteoma.

Probabilmente l’ animale non ebbe particolari danni dovuti a queste neoplasie benigne e si aggiunge ai casi di segni di tumore rimasti impressi nei resti di animali estinti e che costituiscono reperti di interesse paleopatologico.

 

Il Dilophosaurus con il record di fratture

Un articolo pubblicato su PLOS ONE descrive i resti di un Dilophosaurus wetherilli che mostrano come l’ esemplare, vissuto 193 milioni di anni fa, sopravvisse a un gran numero di fratture delle ossa degli arti anteriori, il più alto tra quelle rinvenute fino ad ora nei dinosauri carnivori con ben otto ossa interessate.

Dilophosaurus wetherilli. Disegno di Leandra Walters
Dilophosaurus wetherilli. Disegno di Leandra Walters
Dilophosaurus wetherilli. Disegno di Leandra Walters
Dilophosaurus wetherilli. Le ossa fratturate

Il fossile è stato trovato nella Kayenta Formation, in Arizona

Secondo due co-autori dello studio, Phil Senter della Fayetteville State University e Sara Juengst dell’ Appalachian State University, non si conosce il numero di traumi che determinarono queste fratture, potrebbero essere stati diversi come soltanto uno, ad esempio un impatto con rocce o un albero durante una lotta. Quel che invece si sa è che il dinosauro sopravvisse per mesi o anni, essendoci segni di guarigione.

Più in dettaglio i danni visibili sono: il terzo dito destro perse la capacità di flettersi e si presentava deformato;

Orientamento patologico delle falangi del III dito
Orientamento patologico delle falangi del III dito

alcune delle deformità (dell’ omero e il terzo dito destro) potrebbero essere state causate da una condizione di osteodisplasia dello sviluppo, che ancora oggi interessa alcuni uccelli e che insieme ai traumi avrebbe determinato quei danni.
Secondo i ricercatori, per i primi periodi dopo il trauma, il Dilophosaurus sarebbe stato limitato nella caccia tanto da portarlo a scegliere prede più piccole e che non richiedessero l’ aiuto degli arti anteriori (che probabilmente portavano anche dolore all’ animale) per cacciarle.

Andrea Melluso

©Dinosauri.altervista.org

Precedente Titanosaurus all' American Museum of Natural History Successivo Georges Cuvier dal 'Poliorama pittoresco'. La storia nella storia