Il National Synchrotron Radiation Research Center e la National Central University di Taiwan, hanno riscontrato resti di collagene, proteina del tessuto connettivo, in un fossile di sauropode del Giurassico Inferiore attraverso microspettroscopia FTIR (in situ synchrotron radiation-based Fourier transform infrared), tecnica che, oltre ad individuare tracce non altrimenti rilevabili, ha l’ indubbio vantaggio di non danneggiare il reperto.
Lo studio, inviato nel dicembre 2015, è stato pubblicato online dalla rivista Nature il 31 gennaio di quest’ anno.
Le proteine sono state individuate all’ interno di canali vascolari di una costola di Lufengosaurus, dove, quando l’ animale era vivo (195 milioni di anni fa. Sinemuriano), decorrevano vasi e nervi.
La microspettroscopia ha evidenziato bande di assorbimento sugli spettri dell’ amide A, B, I, II, III del collagene. La microscopia Raman ha invece mostrato microcristalli di ematite, dovuti anche all’ emoglobina ed altre proteine ricche di ferro nel sangue, che avrebbero avuto un ruolo fondamentale nella preservazione del collagene nel fossile.
I resti organici fossilizzati hanno un’ importanza particolare, non solo per la più difficoltosa conservazione ma anche perchè fonte di preziose informazioni biologiche, utili anche per chiarire la mappa dell’ evoluzione.
Andrea Melluso
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