L’origine della vita – recensione e dialogo con l’autore Marco Signore


Un consiglio di lettura per l’ estate? Un ottimo connubio tra scienza ed argomenti ricchi di affascinanti misteri, è il libro pubblicato questo mese da Edizioni Cento Autori (nell’ambito della collana Megaverso, curata da Roberto Paura): ‘l’origine della vita’ del paleontologo e divulgatore scientifico Marco Signore, tra i coautori del primo studio sullo Scipionyx samniticus (meglio noto come ‘Ciro’,il primo dinosauri italiano) ed attualmente specialista di outreach presso la prestigiosa Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’ di Napoli.

Il libro, come avrete intuito dal titolo, affronta un argomento che da sempre incuriosisce l’Umanità ed il cui studio risulta molto complesso ed in continua evoluzione; proprio in tal senso, uno dei punti di forza del libro è l’essere aggiornato alle ricerche più recenti, con riferimenti a molte pubblicazioni della prima metà del 2017.
L’arrivo di questo libro sugli scaffali delle librerie ed online proprio durante l’ estate, stagione che molti associano al mare, può rappresentare uno stimolo per coloro che volessero scoprire perché la vita sia nata proprio nell’acqua e quali furono le prime creature a popolare il pianeta Terra.

Il testo si presenta scorrevole e volto a fornire un quadro d’insieme del tema affrontato, fornendo soprattutto spunti e suggerimenti per eventuali approfondimenti e per effettuare una lettura critica.
La scrittura di Marco Signore rende possibile parlare di argomenti complessi sentendosi contemporaneamente in un clima formale e rilassante, con diversi riferimenti o citazioni che faranno felici i nerd.

L’origine della vita’ inizia con un’introduzione che fornisce le informazioni basilari per poter comprendere il mondo della paleontologia, per poi tuffarsi in racconti di ere antichissime, così indietro nel tempo da far sentire i dinosauri molto più vicini a noi. Leggerete delle teorie della panspermia e delle sorgenti idrotermali, delle volte in cui la Terra si è trasformata in un’immensa palla di ghiaccio, di acquari immaginari per descrivere la strana fauna di Ediacara e di sommergibili per osservare alcuni degli stupefacenti animali del Cambriano. Una menzione meritano anche i disegni di Tommaso De Francesco, utilissimi per comprendere meglio l’ aspetto di esseri viventi tanto diversi da quelli che conosciamo.

Cos’è l’ animale sul desktop del pc? Leggendo conoscerete Hallucigenia, la cui ricostruzione all’interno del libro potete vedere in alto nell’ immagine.
Disegno: Tommaso De Francesco

Uno dei tanti pregi dell’autore è la sua disponibilità e voglia di trasmettere la sua stessa curiosità per la Conoscenza. Ne approfittiamo per porgli alcune domande:

Marco, prima di tutto la domanda scontata: come mai hai deciso di scrivere un libro divulgativo proprio sull’origine della vita?
Perché non ne ho trovato un altro. Certo, c’è qualche libro che tratta direttamente delle ipotesi sull’abiogenesi, ma i titoli sono veramente pochissimi, e non c’è praticamente nulla di focalizzato sull’evoluzione delle prime forme di vita, come le faune di Ediacara o Burgess.

Affrontate le teorie sulla sua origine, hai spesso posto l’attenzione, come giusto che sia, sul ruolo dei cambiamenti climatici nel determinare la sopravvivenza o meno di alcune specie in relazione alla biologia che avevano “scelto” nella loro evoluzione. La Terra ghiacciata, l’aumento delle temperature, l’anidride carbonica, l’ossigeno. Forse siamo la prima specie ad influire tanto e rapidamente su questi fattori, il libro ci aiuta a riflettere anche su questo tema caldo?
Probabilmente siamo la prima specie (e mi auguro anche l’ultima) ad influire in maniera così rapida; però non siamo l’unica a influire globalmente: basta pensare all’ipotesi sulla Grande Ossigenazione terrestre, per cui organismi capaci di espellere ossigeno nell’aria avrebbero causato l’estinzione delle forme basate sul metano. Però in quel caso probabilmente il fenomeno non è stato così rapido come quello che stiamo combinando noi sul pianeta.

Hai studiato molti animali, abbiamo citato il dinosauro Scipionyx (che ebbe spazio nel tuo primo libro ’Una vita per i dinosauri. Scipionyx e le nuove scoperte della paleontologia: i fossili raccontano’ del lontano gennaio 2000) ma anche coccodrilli, pterosauri, pesci e invertebrati. Ritieni che le specie descritte in questo nuovo libro possano competere col fascino degli altri animali che hai studiato? Meriterebbero almeno una sala nei musei di scienze naturali o scientifici in generale?
Ebbene, io trovo incredibilmente affascinanti quasi tutte le specie viventi ed estinte; però forse gli organismi di cui ho parlato sono ancora più incredibili degli altri; certo che meriterebbero una sala in ogni museo, ma è anche vero che almeno una vetrina viene sempre loro dedicata. Poi ci sono i casi particolari come il Tyrrell in Canada, in cui alla fauna di Burgess è dedicata ben più che una vetrina, ma in generale ritengo che ci dovrebbe essere più attenzione verso questi organismi. È pur vero, tuttavia, che l’attenzione di alcuni ricercatori sta tornando su quei primi milioni di anni, anche perché ora c’è questa nuova moda della ricerca di vita su altri pianeti, che comunque stimola di riflesso gli studi sull’evoluzione della vita sulla Terra.

Nel leggere la descrizione o guardare i disegni delle varie specie, sembra appunto di aprire un libro su organismi alieni, facendoci immaginare come si potrebbero sentire in futuro gli umani se mai dovessero trovare tracce di vita, presente o passata, su altri pianeti. Attualmente lavori in un istituto tra i principali al mondo nel campo della biologia marina. Qual è il tuo rapporto con le creature del mare e può essere considerato come destinazione di missioni per scoprire nuove forme di vita che ancora non possiamo immaginare?
Il mare evoca qualcosa in quasi tutti gli umani, ed io sono legatissimo al mare (ho imparato ad immergermi prima di imparare a camminare, praticamente). Attualmente conosciamo credo il 7-8% degli oceani. Conosciamo molto meglio la Luna e Marte che i nostri mari. Eppure la Luna non ci fa respirare, gli oceani sì, dato che almeno il 50% dell’ossigeno terrestre è prodotto dal fitoplancton. Non abbiamo abbastanza rispetto per il mare e per il nostro pianeta in generale – non ne abbiamo quasi, questa è la verità. Eppure ci sono ancora tantissimi tesori da scoprire nei nostri oceani. Io sono fortunato perché sin da piccolo ho sognato di poter lavorare alla SZN, ma devo anche mettere a disposizione degli altri la mia fortuna – come farebbe ogni buon ricercatore ed ogni valido divulgatore, no?

Per concludere, è possibile oggi osservare l’origine della vita da materiale non biologico?

Sorgenti idrotermali

Ah, bella domanda. Probabilmente un biochimico sarebbe più adatto a rispondere; però credo di no, nel senso che se anche si verificassero i fenomeni chimici e fisici che hanno portato all’abiogenesi, i tempi non sarebbero brevi, credo; in più, le molecole neoformate si troverebbero a competere con forme di vita che esistono da miliardi di anni. La competizione durerebbe un istante, e le nuove proto-molecole verrebbero annientate. Certo, a meno che non fossero veramente super competitive (ma dobbiamo rivolgerci alla fantascienza per questo, almeno per ora).

Un messaggio per i lettori?
Mi permetto di parafrasare Steve Jobs: siate curiosi, siate affamati di sapere. Ed abbiate rispetto per il nostro pianeta, perché, come diceva Carl Sagan, per ora abbiamo solo questo.

Ringraziamo Marco Signore per la disponibilità e consigliamo la lettura de ‘L’origine della vita. Gli incredibili esperimenti dell’evoluzione nei mari primordiali‘.

Voi che domande avete sull’ argomento?

Andrea Melluso

©Dinosauri.altervista.org

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