Georges Cuvier dal ‘Poliorama pittoresco’. La storia nella storia

Georges Cuvier fu un importante naturalista francese vissuto tra Settecento ed Ottocento che diede un contributo fondamentale alla nascita della moderna paleontologia.
Abbiamo già precedentemente trovato nel ‘Poliorama pittoresco’ interessanti articoli collegati al mondo dello studio della natura e dei fossili, come nel caso dell’ idrarco.

Riportiamo quindi la biografia dello scienziato scritta dalla rivista ottocentesca:

“Cuvier
Sua vita, sue fatiche – storia dell’ uomo fosside

 

Cuvier

Cuvier nacque il 23 agosto 1769, l’ anno stesso in cui nacquero Napoleone, Canning, Chateaubriand, Wellington. Di questi uomini il poeta, e’l guerriero soli sono i superstiti.
Cuvier non è francese di nascita. Montebelliard sua patria apparteneva agli stati di Wurtemberg, ma la di lui famiglia è originaria di un villaggio del Giura che ritiene tuttavia il suo nome : del resto s’ è vero che i grand’ingegni hanno per patria il mondo, questa verità non si è giammai più chiaramente palesata quanto per Cuvier, la cui morte è stata riguardata come una perdita dall’ universale de’ dotti.
Il carattere speciale era l’ eguale attitudine a due specie di lavori i quali ordinariamente sembrano escludersi a vicenda, e che in lui prestavansi un appoggio scambievole. Così pochi uomini dettero maggiori progressi alla scienza, e pochi contribuirono quanto Cuvier a propagarla; così egli meritatamente divenne Segretario perpetuo dell’ Accademia delle Scienze e Presidente del Comitato dell’ interno nel Consiglio di Stato.
Manifestò egli dall’ infanzia le qualità che brillarono adulto. In età di quattordici anni creava e presedeva nel ginnasio di Montbelliard una Accademia di scolari; a Stuttgard nell’ Accademia Carolina si dedicava particolarmente allo studio dell’ amministrazione, e di dodici anni appena, occupavasi con entusiasmo alla lettura dell’Istoria Naturale di Buffon ed a copiarne i disegni.
Non potendo attendere per la sua scarsa fortuna alle funzioni amministrative del Wurtemberg ove poteva sperare d’ essere protetto, fu obbligato ad abbandonare Stuttagard prima di avere compiuto i suoi studi, ed accettare l’ incarico di institutore in una famiglia di Normandia. egli dimorò in quella provincia dal 1788 al 1794, quivi si diede allo studio degli animali marini, ed in que’ primi saggi traluceva già la gloria futura del suo nome.
Per dare un prospetto delle immense fatiche da lui sostenute,  basterà l’ enumerare le funzioni cui fu successivamente chiamato.
Nel 1802 fu nominato uno de’ sei ispettori generali della pubblica istruzione e si recò a Marsiglia ed a Bordò per invigilare allo stabilimento de’ Licei. Durante la sua assenza ebbe da’suoi colleghi all’ istituto il posto di Segretario perpetuo per le scienze naturali. Il memorabile rapporto da lui fatto nel 1808 a Napoleone sui progressi della storia naturale dal 1789, gli valse la nomina di Consigliere perpetuo all’Univeristà. Negli anni 1809 e 1811, fu incaricato di organizzare delle accademie in Italia ed in Olanda, e le sue disposizione regolamentarie in alcune Città han sopravvissuto alla dominazione francese. Nel 1813 inviato a Roma, sebbene protestante, per istabilirvi l’ università, ebba la nuova della sua nomina di Referendario. Nel 1809 ottenne la presidenza della sezione dell’ Interno nel Consiglio di Stato. Nel 1824 divenne gran maestro della Università per le facoltà di teologia protestante. Nel 1829 fu incaricato della direzione degli affari dei colti eterodossi, e finalmente nel 1831 fu eletto Pari di Francia.
Il fatto più rilevante della vita d’ un uomo non è generalmente quello della sua elevazione al grado più eminente da lui occupato, ma è quello che da una condizione oscura lo fa salire ad una sfera in cui non v’ha più da avanzare. Nel 1794, a venticinque anni, Cuvier era ancora un semplice istitutore in Normandia; ivi un azzardo gli procurò la conoscenza d’ un agronomo distinto, l’ abate Tussier:costui lo pose in corrispondenza con vari dotti di Parigi, e due anni dopo Cuvier divenne compagno, all’ Istituto, degli uomini celebri del tempo. Il sig. Geoffroy SaîntHilaire, i cui concetti sistematici differenti da quelli di Cuvier dovevano trenta anni dopo dar luogo a memorabili discussioni, contribuì allora molto ad aprire la carriera al suo futuro antagonista, )) Son io, disse questo Scienziato in solenne occasione, son io ch’ ebbi la fortuna d’aver sentito e rivelato al mondo dotto di che fosse capace un ingegno ignoto a se stesso. Venite, io gli scriveva, venite a sostener fra noi la parte d’un altro Linneo,d’un altro legislatore della storia naturale.
Cuvier avverò una tale predizione; egli riedificò il monumento d’istoria naturale che Linneo, il primo fra gli uomini, avea osato elevare. La classe de’ vermi essendo un vero caos, egli cominciò da quella la riforma ed in questo primo lavoro gettò le fondamenta d’un ordinamento affatto nuovo.
Le lezioni di Cuvier sull’ anatomia comparata han prodotto nelle scienze naturali una rivoluzione completa. L’ anatomia comparata può considerarsi come uno de’ fatti più rilevanti dell’ epoca moderna: essa penetra il mistero della creazione, assegnango alle varie parti che compongono gli esseri i loro rapporti ed i loro attributi, spiegando la loro posizione e la loro forma, porgendo i mezzi di decidere con la inspezione d’un osso qualunque,di quello d’un piede per esempio, se l’ animale dal quale proviene un tale frammento si nutriva di vegetabile, o di carne. Per questa scienza l’ uomo è dotato di una doppia vista ; ei può determinare sulle più piccole parti, l’ ordine, il genere, la specie e la grandezza degl’individui. Cuvier ha presentato quanto v’era di verità ascose, di fatti storici negli avanzi di animali fossili i cui frammenti eran disseminati nelle viscere della terra ; egli ha potuto disseppellire intere generazioni, raccozzare oggetti privi di nome, e creare con questi elementi riunni, quadrupedi e rettili le cui colossali dimensioni o le forme bizzarre ricordano le favolose creazioni dell’ antichità.
Il seguente fatto dà un’ idea della nuova luce che Cuvier ha sparsa sull’ istoria de’fossili,
I partigiani del sistema, che attribuisce tutte le petrificazioni al diluvio, han ricercato sempre con premura degli ossami umani fra le reliquie di animali di ogni classe che presenta il globo. Essi eran contrariati di non incontrare mai, circostanza che li menava a dubitare della verità del loro sistema, o pure ad ammettere che il diluvio avesse potuto avvenire con altro scopo che quello di fare sparire una razza d’uomini colpevoli. E grande fu la loro gioja allorchè, al cominciar del passato secolo, fu scoperto a poche leghe dal lago di Costanza uno schisto contentente l’ impronta della quale diamo quì la figura a un sesto della sua naturale grandezza.
Questa impronta dapprima era molto meno compiuta di quel che viene rappresentata; non ci si distinguevano le piccole ossa che sono distaccate da ambi i lati della colonna vertebrale, nè le zampe.
Nel 1826 un dotto medico ne fece oggetto di una particolare dissertazione col titolo dell’ Uomo testimonio del diluvio, << È indubitato, diceva egli, ecco mezzo,
Schisto lago Costanza
o poco meno dello scheletro d’ un uomo; la sostanza medesima delle ossa, e quel ch’è più delle polpe, e delle parti anche più molli di esse sono incorporate nella pietra, in una parola è una delle più rare reliquie che noi abbiamo di quella razza maledetta che fu sepolta dalle acque. >>
Questa opinione ipotetica dovea svanire al cospetto dello spirito osservatore di Cuvier. Egli giudicò dalle relative discussioni delle ossa che il preteso uomo fossile non era altro se non una salamandra acquattica di grandezza gigantesca, e di specie sconosciuta.
In appoggio di questo avviso fece imprimere lo scheletro della salamandra ; e l’ effettò giustificò la sua previdenza nel modo più luminoso. Nel 1811 egli ebbe la facoltà di scavare nella pietra che conteneva questo antico testimonio del diluvio. L’operazione fu eseguita alla presenza di molti per dottrina distinti. Scheletro SalamandraAvevan sotto gli occhi il disegno dello scheletro della salamandra terrestre che noi diamo quì per metà della sua grandezza naturale, ed a misura che lo scapello toglieva una scheggia di pietra, vedasi comparire alcuno delle ossa che questo disegno aveva anticipatamente annunziato.
Memoriosissimo, Cuvier rammentava le più aride nomenclature, e gli uomini che con qualunque nome han governato le differenti regioni della terra. Lavoratore indefesso, leggeva e scriveva anche in carrozza, nè ciò deve recar meraviglia quando si ponga mente che, sedendo nel Consiglio di Stato, discuteva sino a diecimila affari in ogni anno.
Distratto allo spesso, avveniva talvolta che presedendo al consiglio leggesse scritti estranei affatto alla discussione, e dava l’ ultimo suo parere; ma spesso avea già scritto ciò che dovea risultare dalle questioni.
Ingenuo nel conversare, piacevole, le sue svariate conoscenze lo rendevan gradito.
Appena tocca da’ primi sintomi dell’ ultima sua malattia (nella sera del 10. maggio) si tenne morto. Dolente di non aver compiuto le opere intraprese, diede disposizioni acciò che fossero date in luce, e tranquillo mancò di cita nel 15 maggio 1832.
Modesto, perchè sapiente, quanto più nella scienza progrediva, tanto meno credeasi atto a stabilire un sistema. Poco prima della morte diceva: Ho molto studiato, ho creato per me stesso delle teoriche, ma non le ho rivelate, poichè le ho trovate false talvolta come tutt’i sistemi; aggiungerò che nello stato presente della scienza la teorica è impossibile, per lo che non ho fatto se non osservare e pubblicare le osservazioni. – Non si dee lavorare per sostenere una teorica, chè lo spirito allora è pregiudicato, e si vede solo quello che giova a sostenere le massime che si hanno. Il nostro solo obietto dev’essere lo scovrimento della verità. >>

Napoli, tipografia e litografia del Poliorama, strada dell’ egiziaca a Pizzofalcone n°75. Filippo Cirelli direttore ed editore proprietario. ”

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Emerge chiaramente che il suo lavoro fu subito apprezzato e che gli studi sull’ anatomia comparata avrebbero dato una svolta alla paleontologia.

Andrea Melluso

©Dinosauri.altervista.org

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