Idrarco. La soluzione dell’ enigma

Nell’ articolo precedente abbiamo cominciato a raccontare la storia dell’ idrarco; ora conosceremo la verità su quelle ossa.

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Un’opera del Settecento che mostra come apparisse un serpente marino nell’ immaginario collettivo

Albert Koch, che ebbe anche la fortuna di trovare un raro cranio completo, dopo aver esposto l’Hydrarchos all’ Apollo Saloon a New York nel 1845 (prezzo del biglietto 25 centesimi), ebbe modo di portare quest’ animale in molte città d’ Europa.

Ancora una volta sfruttiamo le cronache del Poliorama Pittoresco per immergerci nella realtà dell’Ottocento. Si parla dell’ esposizione a Lipsia:

“PALEONTOLOGIA

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La pagina del Poliorama Pittoresco

Il dottore Alberto Koch, ha esposto nella sala dell’ accademia delle arti in Lipsia il serpente fossile che ha trovato l’ anno scorso, e ch’egli chiama Hydrarchos-harlani, in onore del dottore Harlan di Filadelfia. Questo enorme serpente è lungo 144 piedi inglesi, ed a giudicare dalle coste laterali che in generale sono assai ben conservate, doveva avere una circonferenza di dieci in dodici cubiti. L’ Hydrarchos che sembra formare la transizione dalle balene ai sauriani, è il rettile più grande che siasi fino ad ora scoperto. Il dottore Koch lo rinvenne in marzo dell’ anno scorso sopra un piccolo campo ad Alabama, negli Stati Uniti dell’ America del Nord. Questo campo era stato recentemente arato, ed arando vi si erano trovate varie vertebre delle quali i cittadini si erano serviti per diversi usi. Il dottore Koch si era messo a cercare, senza sperare di rinvenirlo, lo scheletro del sauriano gigante, al quale il dottore Harlan aveva dato il nome di Basiliosaurus. Là il dottore Koch trovò vicino a Sintabuque, che vuol dire il fiume dei serpenti, in un luogo che non era stato dissodato se non da un anno, quell’ enorme scheletro in uno stato di quasi perfetta conservazione, in una posizione semicircolare, colla testa affondata in una formazione di terra calcare. Il dottore Koch dalla forma dei denti conchiuse che quel mostro apparteneva alla famiglia dei serpenti, e la loro posizione è tale che la sua preda poteva facilmente entrare nelle sue fauci, ma difficilmente poteva uscirne. A giudicarne dai luoghi nei quali si sono trovati gli avanzi di quell’ animale, esso visitava i grandi fiumi e le baje, e cacciava sulla loro superficie tenendo la testa fuori dell’ acqua. Quella posizione è spiegata dalla configurazione della testa, piccola in proporzione; le altre parti del suo corpo provano che quella posizione gli era naturale. I suoi occhi erano perfettamente conformi ad un tale scopo, perchè non solo erano grandissimi, ma anche molto sporgenti, ed avevano il diametro di sei ad otto pollici. La sua coda lunga e grossa gli serviva di remo. Le vertebre del dorso sono lunghe da 14 a 15 pollici, ed hanno una circonferenza di 24 a 30 pollici. La loro struttura è affatto diversa da quella di qualunque altro animale, come pure quella delle coste, le quali alla loro estremità inferiore sono molto larghe ed hanno la forma di remi.
Gaz. di Lisp.”

In quest’ articolo c’è già il primo importante indizio per la soluzione dell’ enigma.

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Basilosaurus cetoides

Richard Harlan nel 1834 descrisse un osso che scoprì in Arkansas e attribuì ad una specie che definì Basilosaurus, pensando appartenesse ad un grosso rettile estinto. Owen invece riconobbe al reperto caratteristiche riferibili ad un mammifero marino e nominò la specie Basilosaurus cetoides (anche se il nome originale, col suffisso -saurus, non rispecchiava la vera natura dell’ animale).

Passarono dieci anni e Koch annunciò la scoperta di quella che riteneva essere una nuova specie ma che in realtà erano resti di più esemplari di Basilosaurus.
Bisognerà attendere la fine dell’ Ottocento per avere una prima ricostruzione attendibile del Basilosaurus, allo Smithsonian Museum.

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Una rappresentazione artistica del possibile aspetto dell’ animale

Quindi l’ immagine che si aveva dell’ animale a cui appartennero quelle ossa era molto diversa dalla realtà. Non era affatto un grosso serpente ma si trattava di cetacei, del sottordine degli Archaeoceti, oggi estinto.

Basilosaurus cetoides visse nell’ Eocene, tra i 40 e i 34 milioni di anni fa ed era lungo da 12 ad oltre 18 metri. Carnivoro, la sua dieta era probabilmente costituita principalmente da pesci e invertebrati marini.

Andrea Melluso

©Dinosauri.altervista.org

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